Un Grounder fa paura, è un colpo in canna pronto ad esplodere, ma da solo rimane totalmente inoffensivo.
Due Grounder intimoriscono. Ognuno è il dito sul grilletto dell'altro. Qualche bruciatura, ma ancora niente di grave.
Tre Grounder formano di fatto una band, vale a dire una vera e propria associazione a delinquere.
Raramente il Grounder decide di intraprendere una carriera solista.
Non rientra nel suo immaginario di band sfascia hotel, tantomeno nella sua atavica pigrizia del “subito-e-comodo”.
C'è sempre un balordo che ne condivide gli spasmi onirici, un fratello Grounder che ne incoraggia la demenza melodica oppure un compagno di scuola che lo inizia al suicidio musicale collettivo.
Arriviamo a due Grounder. Le cose si complicano.
Ancor prima di aver imparato i rudimenti dello strumento i nostri novelli fondatori decidono il nome della band, inventano i titoli delle canzoni ancora da comporre, attribuiscono disastrosi nomi d'arte ai membri ancora da arruolare e, last but not least, programmano quanti dischi registrare prima di pubblicare un greatest hits. Sul genere da suonare non discutono più di tanto, inventeranno qualcosa di completamente nuovo e diverso.
I due ministri (senza portafoglio) del rock iniziano le ricerche dei Grounder mancanti. I mezzi sono i soliti. Annunci, passaparola, conoscenze e ratti delle sabine in altre band.
La difficoltà di ricerca è inversamente proporzionale al numero di corde dello strumento cercato. Livello minimo per i chitarristi, medio per i bassisti e massimo per i batteristi. I cantanti sono un caso a parte. Abbiamo già visto nel capitolo -Chi di strumento ferisce...- che molti tendono a sottovalutare le difficoltà di questo ruolo così da permettere una florida offerta di presunti vocalist.
Nella fase di assemblaggio di una band non è raro contrarre la sindrome del “Grounder per caso”. Manca un solo elemento per completare il progetto e proprio non c'è modo di rimediarlo.
La fretta, si sa, è cattiva consigliera, ma, meno noto, anche la smania di successo è proprio una gran brutta figlia di puttana!
Serve un Grounder e serve adesso. La sentenza cala impietosa sul primo amico disponibile. Viene ammaliato con promesse di gloria e, lentamente, il totale disinteresse per lo strumento si trasforma in un visto per l'inferno. Innata necessità di aggregazione, prenatale bisogno di accettazione. Accetta.
Il “Grounder per caso”, però, è una persona normale, non è mosso da passione e soprattutto non è incline al sadomasochismo musicale. Esaurito il fisiologico entusiasmo iniziale mollerà tutto o, peggio ancora, si fossilizzerà nella band vivacchiando di espedienti e puntatine d'impegno occasionali.
Arruolare un “Grounder per caso” significa solo amplificare il problema e perdere tempo prezioso.
Patologie a parte, raggiunto il quorum minimo, possiamo annunciare: habemus gruppom!
A questo punto non c'è più scampo. I Grounder si sono fusi in una sorta di brodo primordiale e il big bang di incertezze e passi falsi è pronto ad esplodere. Le tossine dormienti di ogni membro si autoalimentano lievitando esponenzialmente. Lo stato febbrile è all'eccesso. Niente sarà più come prima. Cazzo! Sono una band!
Interessante notare come il solo status di “affiliato” infonda nel piccolo Grounder una sicurezza impertinente coadiuvata purtroppo da una capacità di autocritica pari a zero.
Un tempo, prima di smarrire la retta via, ogni live al quale assisteva gli sembrava incredibile. Ora si sente “del settore” e non c'è modo di soddisfarlo.
Si, bravi, beh suonano da millenni, ci mancherebbe... eh tanta tecnica ma poco sentimento... si, ok, tanto feeling, ma la tecnica?...bel concerto, peccato per la faccia del cantante... bello, bello facile però con tutti quegli effetti...
Insomma: che barba, che noia, quattro colpi alle lenzuola e buona notte suonatori!
La nascita di una band è una fase magnifica, gravida di speranze, totalmente scevra da scrupoli di sorta. L'entusiasmo sale alle stelle, l'autostima dilaga mentre l'autocritica si dilegua.
Ma è giusto così, aizzare è umano... e perseverare è totalmente Grounder.